Nella seconda metà del 1600, la Famiglia Jannuzzi, oriunda dell'Abruzzo, dopo alcuni lustri di permanenza a Foggia, si trasferì ad Andria al seguito di una sua industria armentizia ed acquistò due masserie sulle Murgie al confine del Territorio di Spinazzola, denominate Rivinaldi e Monte Petroso, di circa seicento ettari a pascolo, praticando quella che, all'epoca, rappresentava una delle maggiori attività agricole legata alla transumanza con i suoi famosi tratturi che, come disse il grande Vate italo-abbruzzese del '900, segnarono la via della nostra amicizia. Prosperando questa azienda, la famiglia acquistò altri terreni di natura mandorleto, oliveto e seminativo di vaste dimensioni, alle tenute S. Francesco, Cariati, Lamacaminata, S. Domenico e Femmina-morta in Andria, Antenisi, Madonna del Petto, Canne in agro di Barletta, Incoronata Salice in Foggia ed in quel di Mariotto (detti terreni in parte pervennero in dote dalle Consorti dei suoi componenti) ed un latifondo di mille ettari alla Riseca di Toritto. Si inserì così, agli inizi dell'Ottocento, dopo la Rivoluzione Francese, in quella Aristocrazia Terriera, che si costituì in Andria, come in altre città della Puglia, insieme alle famiglie Spagnoletti-Zeuli, Ceci, Marchio, Porro, Squadrilli, Accetto, De Simone, D'Urso, Tannoia, Bolognese, Quarto di Palo, Fasoli ed altre, quasi sostituendosi alla Famiglia dei Conti Carafa Duchi di Andria, per circa quattro secoli feudataria della città, trasferitasi poi a Napoli dove oggi vivono alcuni dei suoi discendenti. Essa, infatti, dopo aver ceduto Castel del Monte al Demanio, vendette ai fratelli Onofrio e Pasquale Spagnoletti-Zeuli il Palazzo Ducale, adiacente alla Cattedrale, ed il latifondo Monte Carafa, alla Famiglia Squadrilli. Altri terreni furono ceduti anche alle dette famiglie dai Beni della Chiesa. Si legge, nel Libro Araldico dei Cittadini Italiani, della Famiglia Jannuzzi: Famiglia nobile di Andria, venuta da Foggia nel 1600, distinta per Uffici sostenuti nel Governo della pubblica cosa, nella Magistratura, nella Chiesa, rappresentata nel Foro e nella Pubblica Istruzione. Essa annovera scrittori sacri e di giurisprudenza e si distingue per onoranze cavalleresche negli ordini del S. Sepolcro di Gerusalemme, di S. Giorgio, dell'ex Regno delle Due Sicilie e della Corona d'Italia. Ha usato lo stemma gentilizio da tempi immemorabili ed ottenuto il riconoscimento con Decreto Ministeriale del 31 luglio 1893. La collocazione della famiglia Jannuzzi nel ruolo di Aristocrazia Terriera di cui è detto avanti, è venuta, col cambiare dei tempi e delle circostanze, a cessare nella seconda metà di questo secolo, che ha visto passare quasi tutti i terreni agricoli nelle mani dei coltivatori diretti. I discendenti di essa, come molti di quelli delle altre famiglie, intanto, seguendo gli esempi degli antenati si sono dedicati alla politica, alla diplomazia, alle professioni, alle armi, al giornalismo, alle industrie ed ad altre attività. Di alcuni di essi si possono leggere le biografie, in seguito riportate, in aggiunta a quelle degli avi illustri. |